Tratto da e Photo Credit floornature.

Scrive l’architetto Renzo Piano: “La città che funziona è quella in cui si dorme, si lavora, ci si diverte e, soprattutto, si va a scuola. Dico soprattutto perché, mentre si può decidere di non visitare un museo, sui banchi di scuola ci devono passare tutti. Occuparsi di edifici scolastici è un rammendo che, ancor prima che edilizio, è sociale.”

Ecco alcuni progetti di professionisti che affrontano l’architettura scolastica nel mondo, lavorando non solo su un involucro fisico, ma, soprattutto, su uno spazio educativo, psicologico e culturale. Uno spazio architettonico, quindi, che educhi al gusto del bello, con particolare attenzione all’uso dei materiali, all’ambiente e al risparmio delle risorse ambientali.

Palestina: Green Schools Terra dei BambiniARCò Architettura & Cooperazione – Architetto Mario Cucinella

Non possiamo parlare delle architetture scolastiche senza iniziare dall’asilo nido Terra dei Bambini nella striscia di Gaza, progettato e realizzato dallo studio di architettura MCA e dalla cooperativa ARCò per la ONG Vento di Terra. L’edificio di Um al Nasser, realizzato nel 2011 dalla cooperazione italiana, è stato raso al suolo durante uno degli ultimi conflitti arabo israeliani, privando così 150 piccoli palestinesi della comunità beduina di Erez della loro “oasi di pace”. Prima realizzazione del progetto Green Schools, era sorto come prototipo di un’architettura ecologica, etica e sociale da replicare in altri stati arabi. Il centro consisteva in sei aule, spazi dedicati ad attività didattiche, di uno sportello di consulenza per le famiglie e di un ambulatorio per l’assistenza sanitaria. La scuola era stata costruita in pochi mesi impiegando la tecnica degli “earthbag”. Le pareti erano state, infatti, realizzate con sacchi riempiti di terra, una tecnica semplice che aveva permesso di coinvolgere la popolazione locale per la costruzione della struttura basata su soluzioni low tech e a basso costo. La Terra dei Bambini era dotata di pannelli fotovoltaici, di un impianto di fitodepurazione e di brise-soleil in legno per il controllo dell’irraggiamento solare. L’idea di base dei progettisti era stata quella di recuperare e promuovere l’identità legata alla “civiltà della tenda” e, dunque, realizzare un’architettura che reinterpretasse in maniera innovativa la tenda beduina, grazie alla grande copertura ondulata.

Progetto architettonico: ARCò Architettura & Cooperazione con la collaborazione di Mario Cucinella Architects

 

Guastalla: nuovo asilo nido in Italia – Architetto Mario Cucinella

Il progetto dello studio dell’architetto Mario Cucinella riprende il concetto espresso dall’architetto Le Corbusier quando sosteneva che “la prima prova che esistiamo è che occupiamo uno spazio”. Uno “spazio pensato”, quindi, in senso pedagogico, dove nella sua articolazione interna ed esterna nulla è casuale e dove lo spazio diventa luogo che suggerisce azioni, pensieri, interpretazioni ed emozioni. Una superficie di 1.400 metri quadrati finalizzata all’educare fin dall’infanzia, oltre che al gioco e alla creatività, anche al rispetto per la natura e all’ecosostenibilità. L’accesso all’asilo è simile a una grande pancia che ricorda quella della balena di Pinocchio. Si entra in uno spazio accogliente, protetto da un soffitto a onde di legno, riscaldato da pannelli termici fotovoltaici, illuminato da ampie vetrate e ricco di stimoli sensoriali dati da forme, colori, odori e suoni morbidi capaci di offrire ai bambini molteplici spunti per far volare l’immaginazione.

Progetto: Mario Cucinella Architetti

Xiaoquan – Sichuan – Architetto Hua Li

L’architetto cinese Hua Li firma il progetto della nuova scuola elementare di Xiaoquan nella provincia terremotata di Sichuan. Un’architettura pubblica, non certo dallo stile “post sismico”, che identifica la cittadinanza attraverso la condivisione del luogo e della sua storia. L’architetto Hua Li ricostruisce il vissuto di un quartiere all’interno della scuola, componendo la pianta architettonica come un progetto a scala urbana, caratterizzato dall’alternanza di spazi aperti e volumi chiusi. La planimetria dell’edificio, infatti, si compone di diversi volumi connessi tra loro che si affacciano su piazze, percorsi comuni, corti e luoghi urbani come lo stadio e il centro sportivo all’aperto. L’architettura di Hua Li sceglie forme, materiali e tecniche costruttive dal passato, impiegando tecniche costruttive locali e materiali ricavati nella zona, come il bambù, il legno o i mattoni, in parte recuperati dagli edifici demoliti e impiegati per lastricare i percorsi tra i blocchi scolastici, e in parte prodotti in piccole fornaci della zona. La varietà cromatica dei mattoni provenienti da più siti produttivi ha decorato il cemento con cui sono state realizzate tutte le nuove strutture, evitando che si imponesse un anonimo “stile della ricostruzione”.

Progetto: Hua – Li Tao