Tratto da Floema SRL (1), (2).

La storia dei giardini verticali

Patrick Blanc è un botanico parigino noto per aver inventato il giardino verticale: un sistema per donare alle città distese di verde anche dove di spazio non ce n’è. È diventato famoso in tutto il mondo e tante sono le archistar con cui ha collaborato nel corso della sua carriera.

Il suo primo intervento di muro vegetale risale al 1994, quando presentò per la prima volta una sua creazione al Festival International des Jardins di Chaumont-sur-Loire. La sua invenzione incuriosì, entusiasmò ed appassionò a tal punto che Jacqueline Nebout, allora responsabile del Servizio Parchi e Giardini del Municipio di Parigi, richiese la realizzazione di un muro vegetale per il Parc Floral del Bois de Vincennes. Dopo la prima volta, non si è più fermato, e oggi Blanc continua a seminare piante in verticale in tutto il mondo, ostentando con disinvoltura sfumature “verde vegetale” tra i capelli biondi. Le opere di Blanc non si fermano ai parchi: ben presto, le sue creazioni invadono la città di Parigi e rendono verdi anche gli interni di eleganti boutique, pareti di importanti edifici come l’Orangerie del Palais du Luxembourg e gli alberghi. E dopo essersi affermato a Parigi, lavora in tutta la Francia, e poi in tutto il mondo.

Oggi esistono diversi giardini verticali, realizzati da diverse aziende, per progetti non solo di Patric Blanc, ma di molti altri architetti.
Alcuni hanno messo a punto un sistema modulare che prevede la pre-coltivazione delle piante ed un assemblamento in opera a secco, tipico delle facciate ventilate.
Altri hanno studiato sistemi con particolari substrati di coltivazione che migliorano la resa dell’acqua, garantendo un risparmio in termini di consumi notevole, fino ad arrivare a vere e proprie pareti verdi fai-da-te, realizzate con bottiglie di plastica riciclate o bancali di legno.

L’importante è non dimenticare che anche una parete rivestita di edera rampicante può essere un giardino verticale con molti dei benefici tipici di un giardino verticale vero e proprio, e che ogni progetto di verde verticale può essere risolto con molteplici soluzioni di realizzazione pratica.

L’obiettivo comune di un giardino verticale dovrebbe essere quello di migliorare sia l’aspetto estetico che le caratteristiche tecnico-funzionali degli edifici. Ed è proprio su quest’ultimo punto che si dovrebbe focalizzare l’attenzione dei progettisti quando decidono di inserire un giardino verticale all’interno di un proprio progetto, sia esso un giardino indoor che outdoor. L’aspirazione è di poterlo considerare un vero elemento di progettazione per l’involucro edilizio, e non un mero elemento decorativo.

Benefici dei giardini verticali naturali

Una parete di verde verticale può essere analizzata anche per i benefici che ne apporta nel micro e macroclima circostante.
Sono benefici non ancora certificati da istituti scientifici, ma sono frutto di considerazioni affermatasi nella pratica e nell’esperienza di chi, da diverso tempo, realizza e studia i giardini verticali. È, quindi, opportuno considerare il verde verticale come uno strumento di controllo del microclima ambientale.
Infatti, i giardini verticali svolgono questa funzione di controllo ambientale in diversi modi, che possono essere sintetizzata come segue:

  • producono variazioni microclimatiche (abbassamento temperatura e incremento umidità dell’aria);
  • depurano l’aria tramite l’assorbimento dell’anidride carbonica (CO2) e la produzione di ossigeno (O2);
  • attenuano i rumori, grazie alla capacità della massa vegetale di assorbire onde sonore;
  • conservano la biodiversità;
  • migliorano il benessere psicofisico dell’uomo;
  • migliorano l’isolamento termico degli edifici, con conseguente riduzione dei consumi energetici nel periodo estivo e dell’emissione di gas serra. Come è noto, esiste un problema di surriscaldamento dell’aria, dovuto sia al calore che alle polveri e agli inquinanti prodotti dalle attività cittadine, e sia alla conformazione del tessuto urbano.

La grande concentrazione delle aree edificate e le pavimentazioni stradali, unite alla elevata conducibilità termica di alcuni materiali, come il cemento armato, determinano, rispetto ad una corrispondente area coperta da vegetazione, un assorbimento in più di energia solare.
L’accumulo di energia termica e la difficoltà di disperderla, poi, nello spazio sono dovuti anche alla forma stessa dello spazio urbano, caratterizzato da un’edificazione di tipo intensivo.
Le variazioni di temperatura e dell’umidità relativa dell’aria prodotte dalla presenza della vegetazione alle pareti esterne degli edifici sono dovute, principalmente, alla riduzione della radiazione solare incidente sull’edificio rivestito dalla vegetazione del giardino verticale. L’energia solare che arriva sulla massa vegetale viene da questa in parte riflessa, assorbita e trasmessa, in parte dissipata nell’atmosfera come calore latente e calore sensibile, e in parte utilizzata nei processi metabolici.
Le piante, attraverso il processo fotosintetico, trasformano l’energia solare in energia biochimica; in particolare, esse assorbono radiazione visibile (la più calda) e, perciò, la loro presenza diventa rilevante per la determinazione del microclima di una specifica zona. Il manto verde, inoltre, emette meno radiazioni all’infrarosso rispetto al terreno o materiali artificiali, e, quindi, riduce la temperatura media radiante dell’ambiente. I benefici, perciò, non sono limitati all’edificio sulle cui pareti si trova il giardino verticale, ma anche gli edifici che lo fronteggiano.
Da tali premesse deriva che l’uso del muro vegetale può diventare un sistema passivo da integrare opportunamente all’edificio nella città per migliorare il microclima estivo e la qualità dell’aria.
Il giardino verticale può, inoltre, svolgere un altro ruolo di controllo ambientale, limitando, seppur in piccola parte, il problema dell’inquinamento dell’aria, fungendo da elemento filtrante per polveri e gas, e costituendo, passivamente, un prezioso rilevatore della loro presenza.
Diversi studi condotti sugli effetti fitotossici degli inquinanti atmosferici hanno messo in evidenza come le varie specie vegetali reagiscano in maniera differente nei confronti di un certo inquinante.
Infine, oltre ai benefici tecnici di cui sopra, il verde verticale interviene positivamente anche sul comfort sonoro dell’edificio, attenuando la permeabilità al rumore della facciata, grazie alla capacità della massa vegetale di assorbire le onde sonore.
Un ultimo accenno, ma non meno importante, meritano i benefici che una parete di verde verticale può regalare all’uomo.
La presenza del verde in un qualsiasi ambiente, dal centro delle città agli spazi interni di lavoro, influisce sul benessere psicologico delle persone: da diverse ricerche universitarie è dimostrato come il verde riduca lo stress e il senso di paura, favorendo una condizione il benessere interiore e di sentimenti positivi.
Si riesce ad associare la presenza di un verde, anche verticale, alla presenza di un polmone e, di conseguenza, alla presenza di un forte elemento di purificazione dell’aria, condizione di benessere umano. Ma si possono facilmente immaginare anche riflessi positivi sulle relazioni interpersonali, avendo un effetto di riduzione delle tensioni sulle persone, su una maggiore coscienza di ordine e pulizia, su una migliore soddisfazione residenziale del quartiere nelle immediate vicinanze, nonché una percezione di riduzione del consumo di suolo e della cementificazione, dal momento che si sfruttano aree verticali.

Studi di ricerca scientifica universitaria, effettuati dall’Università di Siena, dall’Università di Firenze e dall’Università IUAV di Venezia, con lo scopo di valutare la sostenibilità dei sistemi dei giardini verticali, hanno dimostrato che tali sistemi, siano essi di piante o di prato, apportano una sostanziale diminuzione del consumo energetico dell’edificio durante il periodo estivo, variabile dall’8 al 10%, con un impatto ambientale inferiore, ad esempio, a quello delle aziende vitivinicole.
Questi dati ci fanno ben sperare che la legislatura possa prendere in seria considerazione il giardino verticale come valido elemento di progettazione architettonica e di sostenibilità ambientale e che possa, a breve, predisporre delle regole generali di progettazione e realizzazione che tengano conto di tutti gli aspetti tecnico-funzionali necessari per la buona riuscita di un giardino verticale.