Tratto da Infobuildenergia.

La ricerca, talvolta utopistica, di soluzioni abitative e comunità alternative alla società del momento costellano la storia dell’architettura e dell’urbanistica. In questo filone si inseriscono anche gli ecovilaggi, comunità sostenibili in cui, oltre a precise aspirazioni socio-culturali, trova notevole sviluppo anche la ricerca di sostenibilità in campo architettonico-tecnologico.

Un ecovillaggio è un insediamento di modeste dimensioni, in cui gli abitanti basano la propria vita e le proprie attività sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Ecologia e rispetto per l’ambiente sono i principi che guidano queste “comunità sostenibili”, in cui si cerca uno stile di vita alternativo a quello attuale. In un ecovillaggio l’impatto ambientale è ridotto al minimo, l’autosufficienza alimentare è garantita da forme di agricoltura biologica, si utilizzano fonti di energia rinnovabile e le costruzioni sono progettate secondo i principi dell’architettura sostenibile.

Due importanti esempi risalgono agli anni ’70, quando nacquero The Farm, negli Stati Uniti, e Auroville, in India. Per quanto diversi, in entrambi i casi i due ecovillaggi hanno rappresentato (e lo sono ancora oggi) luoghi di sperimentazione e di ricerca ecologica e sociale. Concentrandosi sugli aspetti più connessi all’edilizia, in questi insediamenti si sono approfondite tematiche quali il riciclaggio dei materiali, la bioedilizia, materiali alternativi, l’energia solare ed eolica, il legame con la tradizione costruttiva. Oggi, di tutti gli ecovillaggi del mondo, la maggioranza si trova negli Stati Uniti, e sono riuniti dalla GEN – Global Ecovillage Network – di cui fa parte anche la rete italiana, la RIVE.

Gli ecovillaggi e la riqualificazione di siti abbandonati

In Italia molti ecovillaggi sono nati dal recupero di aree e siti abbandonati, talvolta in stato di degrado. Il tema del recupero nel nostro Paese ha importanza vitale per la ricchezza del patrimonio che lo contraddistingue e l’approccio a questo tipo di interventi non è né facile, né banale.

Consapevoli delle criticità, per molte persone il recupero di edifici esistenti rappresenta una soluzione sostenibile a problemi di grandi attualità come il consumo di suolo, la riqualificazione di interi borghi in stato di abbandono, l’eccessiva cementificazione. Inoltre, l’intervento sull’esistente permette di mantenere maggior sintonia con la tradizione e la storia del luogo, cercando di applicare moderne tecniche di architettura sostenibile nel rispetto del passato e della natura del costruito esistente.

In questi casi i materiali scelti sono locali, le tecniche costruttive tradizionali. Un ecovillaggio che sorge dai resti di un più antico insediamento è una soluzione alternativa a un più tradizionale approccio urbanistico e ai piani di riqualificazione necessari per valorizzare aree con pesanti criticità o in stato di abbandono.

Bioedilizia e architettura bioclimatica

Gli ecovillaggi, come anticipato, fondano le proprie attività sul rispetto dell’ambiente e sulla riduzione della propria impronta ecologica. L’architettura che trova sviluppo in questi contesti è ispirata ad una progettazione ecologica, con una scelta di materiali sostenibili e locali, un ridotto consumo di risorse naturali e finalizzata al risparmio energetico.

Si può, quindi, dire che la bioarchitettura riporta alla luce il ruolo dell’architettura come diretto legame tra l’uomo e la natura, ponendo al centro il benessere degli abitanti dell’edificio e il rispetto dell’ambiente in cui vivono. Il frutto del processo edile è la realizzazione di un filtro tra l’uomo e il contesto esterno. L’importanza della progettazione di questo filtro è sottolineata dall’approccio bioclimatico, basato su soluzioni che garantiscono il massimo comfort ambientale interno, riducendo le necessità impiantistiche e il consumo energetico.

L’importanza del contesto e le soluzioni bioclimatiche più applicate

Un edificio è in qualche modo “vivo”, il suo comportamento muta in base alle condizioni climatiche esterne ed è fondamentale una progettazione consapevole che permetta risposte dinamiche a questi cambiamenti. Il tutto si basa su un bilancio energetico di flussi che attraversano l’involucro, in entrata sotto forma di guadagni, in uscita sotto forma di perdite.

L’architettura bioclimatica, quindi, parte dallo studio del contesto, approfondendo le caratteristiche dello specifico sito e del clima locale, studiando la temperatura, l’umidità, i percorsi solari e i venti prevalenti. Da qui la progettazione di determinate forme, la distribuzione degli ambienti interni, lo studio delle aperture e dell’involucro, in modo da sfruttare a proprio favore l’irraggiamento solare.

Le tecniche costruttive e i materiali di un ecovillaggio

Le tecniche costruttive scelte sono spesso legate alla tradizione locale, così come i materiali sono tendenzialmente naturali e recuperabili nel territorio.

La maggior parte degli ecovilaggi è composto da strutture in legno, anche secondo le più moderne tecnologie. Queste strutture si prestano, come altre tecniche che ora saranno citate, per l’autocostruzione, che negli ecovilaggi dipende dalla volontà di essere autonomi, riappropriandosi delle tecniche tradizionali, senza rinnegare la tecnologia e aprendosi al dialogo e al supporto di progettisti e tecnici. Generalmente, l’autocostruzione comporta l’uso di materiali riciclati o di recupero e l’attenzione al consumo di risorse naturali.

Come si produce l’energia

Non tutti gli ecovillaggi sono completamente autonomi nella produzione di energia necessaria, ma esistono esempi nei quali, oltre a ricorrere completamente alle fonti rinnovabili, i villaggi sono anche privi di allaccio alla rete nazionale. I vincoli per una maggiore diffusione di sistemi per la produzione di energia rinnovabile risiedono principalmente nel costo e nella posa dei pannelli fotovoltaici, il mezzo più diffuso per la produzione di energia elettrica pulita. In alcuni casi, per vincoli ambientali, ne diviene effettivamente impossibile l’installazione. Altre soluzioni sono il ricorso a energia eolica o idroelettrica.